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Boris, il Negoziatore.

Se le reazioni dei Remainers all'inaspettato colpo di mano di BoJo nel "prorogare" il Parlamento erano prevedibili, fa un po' tristezza constatare che pochi o nessuno tra i commentatori ne abbiano capito la natura - o che magari avendola capita non abbiano però l'onestà di discuterne appropriatamente e preferiscano soffiare sul fuoco dello scandalo. 

Innanzitutto, una precisazione per gli eventuali semi-colti che dovessero imbattersi in questa pagina: no, NON è la stessa cosa che fece Carlo I. Questi, tanto per cominciare era Re, non Primo Ministro (differenza da nulla, mi rendo conto, quando si ha Repubblica o magari TPI come fonte di informazione di riferimento), e la questione in ballo era schiettamente costituzionale, sull'equilibrio dei poteri tra Corona e Parlamento, appunto. Oggi invece abbiamo il Governo - che del Parlamento è funzione ed espressione - richiedere alla Corona un atto costituzionalmente legittimo per una questione puramente politica che non implica nessun conflitto tra poteri dello stato. 
Anzi, a una mente fine come quella di Johnson non sarà sfuggita l'ironia di castigare un Parlamento riottoso seguendo lo stesso principio logico della sovranità parlamentare "assoluta" tanto cara ai Remainers... 

Tutto questo però - assieme alle proteste, l'indignazione, i cori dei sepolcri imbiancati - non affronta il cuore della questione, che è a mio parere lapalissiano, specie alla luce del fallimento totale che è stata la gestione May della Brexit: Boris sta NEGOZIANDO. 
Da buon negoziatore, sa che ancora PRIMA di sedersi al tavolo, si deve mostrare alla controparte di essere risoluti, di avere carte da giocare (il No Deal), di POTERLE giocare e perché no di essere anche un po' matto e imprevedibile.
Non sono cose che si inventa il sottoscritto: le potete trovare in qualsiasi manuale di negoziazione. 
Ma è tutto l'opposto di quello che ha fatto la May durante tutto il suo mandato. E di quello che ora invocano (non a caso) coloro che la Brexit non la vogliono. Secondo costoro, l'atteggiamento corretto da assumere per una trattativa sarebbe quello di mostrare alla controparte di essere deboli, indecisi, e di non avere gli attributi per alzarsi dal tavolo o anche solo per usare tutti gli strumenti a disposizione.
Non a caso, in generale, sono gli stessi individui per cui ad esempio l'Italia in Europa dovrebbe andare sempre implorante e con il cappello in mano (ma mai che spieghino come mai la Merkel o Macron facciano l'opposto). 

Insomma, preparatevi a sentire aumentare gli strepiti e le urla, mano a mano che sia a Londra che a Bruxelles si renderanno conto che a Downing Street ora ci sta un negoziatore vero. 
Ci sarà da divertirsi. 

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